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Terraforming Mars
8/10 "Un futuro classico"
Qui si apre un dilemma: se devo scrivere una recensione di questo titolo sui miei gusti personali, il giudizio potrebbe essere mediocre.
Se, invece, devo cercare di essere più obiettivo, devo ammettere che mi trovo davanti ad un titolo molto profondo e molto bello.
Meccanica del draft importante per mitigare l'alea della pesca carte, ma che rende il gioco molto più interessante.
Grafica non eccelsa, ma assolutamente trasparente nel momento in cui inizierete a giocare.
Interazione su mappa fondamentale.
Insomma, un gestionale che non lascia nulla al caso, acquisto consigliato.
Outlive
7/10 "Bello, ma..."
Prendiamo un'ambientazione che di solito si presta per gli american più estremi: mondo post apocaliptico.
Prendiamo un tipo di euro che di solito si usa nei gestionali più stretti: il solitario di gruppo.
Cerchiamo di unirle con una interazione su mappa che sia: cattiva, controllabile e originale.
Risultato: vorrei dire Outlive, ma direi più "un gioco che poteva essere molto più di quello che è"
Purtroppo non convince al 100%, manca qualcosa. E peggio ancora, non saprei dire cosa.
Posso solo confermare che potreste amarlo alla follia o detestarlo alla morte.
Come il mondo in cui è ambientato, non ha molte vie di mezzo.
Alta Tensione - Recharged
9/10 "La definizione di "gestionale classico""
Non toccate Alta tensione.
Dico sul serio, potreste prendere la scossa.
La scossa di vedere come un gioco di più di 15 anni fa, può ancora mangiare in testa a tutti questi giochi anche overprodotti, ma che mancano di quella genialità che Alta tensione ha.
Aste, piazzamento, gestione risorse, mercato... c'è tutto quello che poi è stato usato anche solo per farci un singolo gioco.
Qui lo avete nel pacchetto completo.
Non è un caso che sia stato rieditato: il gioco può essere considerato un classico.
E se non lo apprezzate, peggio per voi: vi state perdendo un vero capolavoro.
Charterstone
7/10 "Quando le idee originali non vengono apprezzate..."
L'idea di Stegmaier di fare un gioco per creare un gioco è molto interessante e sicuramente sulla carta poteva funzionare.
Forse 10 anni fa si sarebbe gridato al miracolo, al genio, all'innovazione vera, ma purtroppo - in questo mercato - il titolo risulta mediocre.
E non per l'idea (quella rimane calida) ma per il gusto medio del giocatore che vuole qualcosa di veloce, già pronto, a cui fare 3 partite e riporre sullo scaffale.
Un'occasione sprecata e non per colpa della casa, ma allo stesso tempo un avviso per tutti: solo per un certo tipo di giocatore.
Tapestry
8/10 "Promosso senza se e senza ma"
Quando si parla di Stonemaier, si parla inevitabilmente di:
- alta qualità produttiva
- cura nel game design
- tentativo di creare un euro diverso dal solito
Questo titolo non fa eccezione ed anzi, prende questi tre aspetti e li porta a nuove vette.
La qualità dei materiali è assurda fino ai minimi dettagli (risorse che da un lato grippano sulla plancia e dall'altro scorrono).
Il game design è veramente alla ricerca di qualcosa di innovativo (un gioco con 48 azioni diverse che si fanno una volta sola per partita e in un certo ordine)
Certo, sacrifichiamo l'ambientazione, ma si può godere di un ottimo gioco senza dover necessariamente fare polemica, eh.
The King's Dilemma
8/10 "Una storia che eclissa l'estetica"
In pochi casi si riesce ad unire la freddezza di componenti scarni e di brutto aspetto (le monete sono orribili, ma forse è per mantenere il nome della casa :-) ) ad una storia ed una ambientazione che nemmeno gli american con miniature da urlo sono in grado di fornire.
Un titolo incredibile, lasciate perdere le polemiche sul prezzo, sul legacy, su quello che vi pare... se avete il gruppo giusto e il giusto grado di commit (circa 15 partite) non dovete lasciarvelo sfuggire.
Chiaramente dipendente dal tavolo fino all'ultimo, quindi occhio a chi fate sedere: il dilemma potrebbe diventare come chiedergli di andaresene...
La Ricerca della Felicità
7/10 "Un buon titolo ma con riserve"
Gioco che promette di unire l'ambientazione tipicamente american al gioco euro.
Sicuramente ci può riuscire in parte, ma il risultato potrebbe scontentare sia uno che l'altro.
Di base, resta un titolo semplice, con delle belle idee ma poco sviluppate.
Certamente accessibile a tutti e godibile fin dalle prime partite, ma forse per questo pecca di possibilità di approfondire strategie diverse.
In conclusione, valuterei un acquisto solo se interessati al tema più che alle meccaniche e solo se non si hanno già giochi gestionali dello stesso settore (light introduttivi).
Gugong
7/10 "Gestionale solido ma non per tutti"
Gioco per giocatori abbastanza esperti, di certo non un introduttivo.
Bisogna essere disposti a fare almeno qualche partita di seguito per poterlo apprezzare, all'inizio può risultare dispersivo e scollegato.
Interessante la meccanica del dono come aspetto che ti fa ottenere il vantaggio ma ti indebolisce pe il turno successivo.
Da valutare l'acquisto anche dell'edizione non deluxe, in quanto i materiali sono comunque ottimi e la giocabilità non risente di nulla.
In generale promosso ma consigliato solo a giocatori appassionati di gestionali.
Dogs of War
7/10 "Astenersi rosiconi"
Dogs of War è un gioco cattivo che porta i giocatori a pestarsi i piedi in modo esagerato… ma è troppo divertente. Ogni giocatore sarà più vicino a una casata delle 6 che si danno battaglia e nei quattro anni di gioco si schiererà su uno dei tre campi di battaglia ingaggiando e schierando mercenari per far vincere la casata con cui si è alleato. Ogni giocatore controlla un personaggio che ha un’abilità che rende il gioco asimmetrico e che usata nel giusto momento può cambiare l’esito di una battaglia. Interessante l’uso delle carte bonus e degli altri vari bonus che conferisce lo slot di schieramento una volta piazzata la propria pedina. L’ambientazione rinascimentale-steampunk è valorizzata dalle splendide illustrazioni e i materiali sono fatti molto bene, come anche i busti dei personaggi (firma Cool Mini or Not).
Metro
5/10 "Veloce piazzamento tessere"
Ero ancora un novellino quando provai Metro anni e anni fa, ma ricordo che, come piazzamento tessere, mi lasciò molto soddisfatto, tanto da valutarlo al di sopra di Carcassonne (un altro dei miei primissimi giochi, eoni fa). Bisogna costruire tratte ferroviarie metro, riuscendone a chiudere il più possibile per fare punti e cercando di farle più lunghe possibili. Meccaniche molto semplici, come anche il flusso di gioco, Metro è un titolo che si intavola velocemente e che si gioca in una mezz’oretta. Le tessere forse sono un po’ troppo sottili, e le pedine in legno non sono granché. Lo consiglierei a chi vuole provare qualcosa di diverso da Carcassonne.