Una bella esperienza di gioco, abbastanza rapida e accessibile, una gestione dei lavoratori un po' atipica tramite la propria mano di carte lavoratore, molto soddisfacente ogni volta.
Non sarà il gioco definitivo ma se ne apprezzano le idee e le meccaniche un po' diverse dal solito, con una "plancia" che viene costruita dai vari mazzi, rendendolo un vero e proprio piazzamento lavoratori, nascosto dietro tante pile di carte. Elegante e per tutti.

Sapphire non sbaglia mai con le sue bustine protettive. Ottima qualità, ottimo prezzo, resa più che buona. Nel caso specifico utilizzate per 7 wonders in cui le carte passano di mano in mano di continuo e quindi soggette a molta usura, eppure ancora come nuove dopo diverse partite all'attivo.

Le bustine Sapphire hanno un prezzo più che competitivo per la qualità che offrono. A differenza di altri marchi la qualità è fuori discussione nonostante la spesa esigua, ottima resa anche con tanti utilizzi.

Qualità non all'altezza, rovinate dopo pochi utilizzi, rapporto con il prezzo per nientr conveniente rispetto ad altri marchi.

Mayday è a volte presentata come la principale casa sul mercato ma la mia esperienza è stata abbastanza deludente. Rapporto qualità prezzo non proprio all'altezza a confronto di altre. Queste nello specifico utilizzate per Through the Ages, dopo pochi giorni già completamente rovinate e difficili da mischiare, con poco utilizzo.

Nuovo pacco di incontri, non tantissimi in questo caso, ma molto interessanti e abbastanza diversi dal solito.

Scythe è un gioco che dà la sensazione di non bastare mai, e per questo lo si consuma partita dopo partita. L'aggiunta di queste nuove carte incontro, obiettivo e fabbrica aggiunge un po' di brio e sembra definire con altri tasselli quella che è l'ambientazione un po' fosca del mondo creato da Stegmayer

Questa mini-espansione diventa pressoché necessaria una volta provata, anche perché difficilmente sarete in grado di separare le nuove carte dalle vecchie una volta inserite nei deck base. Aggiunge una buona dose di variabilità nella pesca dei miti e introduce nuove meccaniche che spezzano la ripetitività che un po' pesa nel gioco base, alla lunga.

L'Oracolo di Delphi sembra un po' un esperimento provato da Feld nel proporre un obiettivo diverso dal suo solito ma utilizzando le sue classiche meccaniche di gestione dei dadi. Si sentono la sua mano e le "ristrettezze" di un titolo classico german in quella che è fondamentalmente una corsa agli obiettivi, il che funziona, ma alcuni dettagli lasciano l'amaro in bocca. Da provare, nonostante tutto.

Nome in Codice prende un'idea più che "banale" e la trasforma in una competizione a squadre molto funzionale e adatta a tutte le esperienze. Lo porterete con voi come fosse la patente di guida o la carta d'identità, non potrete farne a meno soprattutto in serate di gioco un po' più affollate.